IL CONFRONTO La sfida delle imprese nel mercato moderno è la creazione di un futuro più resiliente e sostenibile che può essere raggiunto attraverso due obiettivi: lo sviluppo sostenibile e digitale.
Proprio per favorire i processi di transizione ambientale e digitale in linea con gli obiettivi del Pnrr, ieri, presso il Tarì di Marcianise si è svolto un incontro con le imprese del settore orafo promosso da Intesa Sanpaolo. Un'iniziativa che rientra tra le attività del Laboratorio Esg della banca e che punta a favorire nuovi investimenti orientati ai processi di transizione ambientale, digitale e di governance grazie a un plafond di 500 milioni di euro dedicato alle aziende del territorio. Il Laboratorio Esg è un punto di incontro, fisico e virtuale, per accompagnare le imprese italiane nella transizione sostenibile, un percorso di sviluppo volto a generare nuovi vantaggi competitivi e sostenere una crescita di lungo periodo con impatti positivi su ambiente e persone. Il progetto si rivolge a tutte le imprese e relative filiere, interessate alle tematiche Esg Environmental, social e governance. Compito del laboratorio, inoltre, è quello di promuovere la discussione e stimolare la consapevolezza sulle tematiche Esg tra le aziende e le filiere. Attraverso la condivisione delle esperienze, l'obiettivo è quello di supportare i clienti a muovere i primi passi verso iniziative che migliorino il profilo di sostenibilità con positivi riflessi sullo sviluppo dell'impresa.
L'ANALISI Nel corso dell'incontro è stato analizzato l'impatto delle normative, gli obblighi, le tempistiche e gli standard di riferimento per le Pmi e la supply chain. Durante i lavori, Giuseppe Nargi, direttore regionale Campania, Calabria e Sicilia di Intesa Sanpaolo, ha presentato gli strumenti finanziari e le opportunità di supporto che il gruppo bancario italiano mette a disposizione delle Pmi locali, sottolineando l'importanza di accompagnare le aziende verso modelli di business sostenibili, in linea con le direttrici del Pnrr. «La sostenibilità ha sostenuto Nargi - non è solo un'opportunità per il settore orafo campano, ma una necessità per garantirne la competitività nel medio-lungo periodo. Come banca siamo in prima linea per incentivare investimenti orientati ai criteri Esg e rafforzare il tessuto produttivo, puntando soprattutto su distretti e filiere. In Campania, infatti, abbiamo già favorito 60 accordi di filiera che coinvolgono oltre 700 fornitori e movimentano un giro d'affari complessivo di 4,7 miliardi di euro».
Ai circa trenta incontri organizzati dal Laboratorio Esg hanno partecipato oltre 1.150 imprese meridionali. Salvatore Amitrano, Cfo e Chief Strategic Innovation del Gruppo Tecno, azienda partner del Laboratorio Esg ha invece analizzato il contesto normativo e di mercato in forte evoluzione.
Vincenzo Giannotti, presidente del centro orafo Tarì e del Distretto Orafo Campano, ha illustrato l'andamento del comparto, evidenziandone i punti di forza e gli elementi su cui lavorare. «Il Tarì - ha detto - è da anni impegnato ad approfondire e diffondere in tutta la filiera i valori della sostenibilità, che non riguarda unicamente l'impatto che le nostre produzioni hanno sull'ambiente, ma entra nel merito della parte più profonda dell'assetto delle nostre aziende. Parliamo quindi di organizzazione, di metodi di valutazione di obiettivi e risultati, di generare una relazione profonda con la società e con il territorio di riferimento. L'obiettivo che il Tarì, e lo stesso Distretto orafo, si propongono di raggiungere è quello di rafforzare l'idea di una comunità sostenibile, che aggiunga valore a tutte le aziende della filiera».
Da un'analisi realizzata dal Research Department di Intesa Sanpaolo emerge che la Campania, grazie all'elevata specializzazione presente nelle province di Napoli e Caserta, riveste un ruolo importante nel settore orafo italiano tanto da rappresentare il 6% delle imprese attive nella produzione di oreficeria che possono contare sulla valorizzazione delle tradizionali lavorazioni artigianali (esempio corallo, cammeo) unite alla dimensione innovativa rappresentata dall'eccellenza nel campo della formazione orafa della scuola del Tarì. Seppure il territorio mostri una vocazione meno marcata verso le esportazioni che risulta più rilevante negli altri distretti italiani (Arezzo, Vicenza e Valenza), si è osservata una buona dinamica nei mercati internazionali con una crescita media annua delle vendite all'estero tra 2019 e 2024 del 7,3% con un valore complessivo di oltre 39 milioni di euro nel 2024.

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