Roma, 15 Ottobre 2025 – C’è un luogo in Italia dove il suono dell’oro prende forma per raccontare una storia collettiva. Un luogo dove tradizione e innovazione si intrecciano e dove il valore del gioiello nasce, prima di tutto, dal lavoro di squadra. È la Campania orafa, una realtà unica nel suo genere: un mosaico in cui giocano un ruolo fondamentale le oltre 1.700 imprese del dettaglio, botteghe storiche e laboratori d’eccellenza che, insieme alle altre realtà, compongono quello che si può definire un “alveare” operoso e creativo. Dal Centro Orafo Il Tarì di Marcianise, autentico hub dell’innovazione e della formazione, a Borgo Orefici di Napoli, culla dell’artigianato tradizionale, fino a Torre del Greco, capitale mondiale del corallo e del cammeo, e al polo orafo di Oromare, la regione concentra una filiera di competenze e passioni che non ha eguali nel panorama nazionale. Qui l’arte orafa non è solo mestiere: è identità, cultura, comunità. Un alveare in cui si lavora all’unisono. Ed è proprio la metafora dell’alveare a rappresentare lo spirito che anima la Campania orafa: ognuno svolge il proprio ruolo, ma con un obiettivo condiviso: far prosperare l’intero sistema, trasformando il talento individuale in forza collettiva.
Questo spirito ha trovato la sua più recente espressione domenica 12 ottobre scorso presso il Centro Orafo Il Tarì nell’incontro dal titolo “Gioielleria italiana: prospettive e sfide del dettaglio – Focus Campania”, organizzato da Federpreziosi Confcommercio Campania. Un appuntamento che ha riunito l’intera filiera: artigiani, dettaglianti, associazioni, istituzioni e media.
Al tavolo dei relatori: Vincenzo Giannotti, Presidente de il Tarì; Ciko Orefice, neo Presidente di Federpreziosi Campania; Stefano Andreis, Presidente Federpreziosi Confcommercio nazionale; Steven Tranquilli, Direttore Federpreziosi Confcommercio Nazionale. Moderatore Giovanni Micera, direttore di Preziosa Magazine.
Un vero e proprio manifesto di coralità: tante voci, un’unica direzione. Un distretto che cresce, un dialogo che unisce. Cuore dell’incontro, il bilancio del primo anno di attività del Distretto Orafo Campano– D.OR.Campania. Un percorso nato per rafforzare il dialogo tra i diversi attori del comparto — produzione, distribuzione, formazione e rappresentanza — con una visione chiara: fare sistema per competere e innovare insieme. Un traguardo associativo e una strategia condivisa che pone le basi per un futuro più coeso e sostenibile. Sul tavolo, inevitabilmente, anche le preoccupazioni legate al prezzo dell’oro, oggi ai massimi storici, in un confronto dal tono propositivo: trasformare la volatilità del mercato in leva di valore, puntando sulla qualità, sull’artigianalità e sulla forza del prodotto italiano. Perché, come è emerso con chiarezza, un gioiello non è solo un bene di lusso, ma un bene fungibile, che mantiene nel tempo un valore reale e simbolico, e che — come recita il motto — “è per sempre”.
La folta partecipazione di operatori, provenienti dalla Campania e da tutto il territorio nazionale, ha reso l’incontro una vera agorà del mondo orafo. Al centro del dibattito, una convinzione condivisa: il gioielliere di oggi deve essere camaleontico, capace di adattarsi ai mutamenti del mercato e alle nuove forme di consumo. Un professionista che unisce conoscenza tecnica, sensibilità estetica ed empatia, perché ogni vendita nasce — e continuerà a nascere — dall’incontro tra persone.
La Campania orafa si conferma come presidio di tradizione e come dinamico laboratorio di innovazione. Con 1.794 punti vendita attiviil 97% dei quali microimprese (oltre la metà con un solo addetto), la regione detiene il 15,2% del totale nazionale del comparto orafo al dettaglio: un primato che testimonia la forza di un tessuto diffuso, capace di mantenere un contatto umano e autentico con il cliente, in un mercato da oltre 6 miliardi di euro, dominato per il 45% da meno di 400 aziende su un totale di oltre 12.500. A sostegno della discussione, i dati e le analisi dell’Osservatorio Federpreziosi, che hanno offerto spunti concreti per orientare strategie e scelte operative. Al di là dei numeri, ciò che ha caratterizzato l’intera giornata è stato lo spirito di comunità. In Campania, la filiera orafa funziona davvero come un alveare: ognuno porta il proprio contributo, dal piccolo laboratorio alla grande impresa, dalla bottega di quartiere ai centri di innovazione e design, tutti animati da un’unica energia: la passione per il bello e il ben fatto.
Un sistema che guarda al futuro senza rinnegare le proprie radici, capace di fondere il calore dell’artigianato con la visione di un’industria moderna, sostenibile e aperta al mondo. In un’epoca di trasformazioni rapide, la Campania orafa dimostra che la vera forza del Made in Italy non è solo nel prodotto, ma nelle persone. E che, come in un grande alveare, il valore nasce dal lavoro comune, dalla fiducia reciproca e dal desiderio condiviso di continuare a far risplendere l’oro di un territorio che da secoli brilla di luce propria.