Space ADV - la pubblicita' diventa spaziale

SPACE ADV LA PUBBLICITÀ DIVENTA SPAZIALE

La pubblicità è uno dei settori dell’economia in eterno fermento e tende ad allargare di continuo i suoi orizzonti: questa volta il suo sguardo è rivolto all’insù, molto in alto, più  in alto del cielo per arrivare allo spazio. Questa è l’ambizione di StartRocket, start-up moscovita, che vorrebbe offrire a imponenti brand la possibilità di inviare in orbita dei display pubblicitari che, posizionati a 400-500 Km  d’altitudine,  sarebbero  in  grado  di trasmettere un massimo di tre o quattro pubblicità durante la notte, dal tramonto all’alba.

Vi state chiedendo come sia possibile? Semplicemente grazie alla luce del Sole che si rifletterebbe sul display formando lettere, scritte, messaggi, disegni e loghi.

La griglia, dai suoi quasi 500 km di altezza sul livello del mare, offuscherà le stelle alle sue spalle e distoglierà l’attenzione dalla banale Luna con almeno quattro messaggi diversi a notte.

L’Orbital Display dunque mostrerebbe ogni  6 minuti diverse pubblicità, che potrebbero variare dal logo della Coca Cola alla data del Super Bowl, dai Giochi Olimpici alle elezioni. Un tramite perfetto, secondo il leader del progetto Vladilen Sitnikov, “per un’economia che è il sangue della società, di cui l’intrattenimento e le pubblicità sono il cuore”. Una soluzione di comunicazione che condurrebbe la semplice e umile insegna luminosa fino a cime inesplorate, sia in termini di altezza che di bacino d’utenza, giacché sarebbe visibile a 3,5 miliardi di persone alla volta.

Tuttavia alcuni astronomi sono allarmati da questa trovata come John Barentine, della International Dark Sky Association, che ha espresso così  le  sue  perplessità:  “Questa  è una minaccia alla possibilità di svolgere ricerche dalla superficie terrestre. Ogni singolo Orbital Display, ogni singolo cubo  che li compone, rovinerebbe questo prezioso lavoro. Per non parlare dello spazio da loro occupato, che porterebbe a un maggiore rischio di incidenti con altri satelliti. Dopo un mese, a quell’altezza, brucerebbero pure nell’atmosfera al ritorno verso la Terra”.

Ci sono anche dei possibili pericoli per la salute causati dall’inquinamento luminoso, come sostiene il cinematografo Harun Mehmedinovi?: “Noi esseri umani  abbiamo un rapporto importante e duraturo col cielo notturno. Senza di esso, senza vedere le stelle, non sarebbero nate certe religioni e non avremmo potuto progredire scientificamente. Per non parlare del fatto che né le persone, né le piante e gli animali potrebbero esistere ed essere come sono senza un magico cielo stellato sopra ogni cosa terrestre”.

D’altro canto c’è la convinzione che l’Orbital Display possa rendere un servizio di pubblica utilità,  giacché  StartRocket  garantisce  che  i messaggi spaziali possano essere diffusi anche in caso di calamità naturali o altre situazioni di allarme su scala planetaria, ma anche per imponenti campagne elettorali o per un romantico “ti amo” tra le stelle.

Un’idea brillante dunque? Forse anche troppo! È vero che l’uomo ha sempre ambito allo spazio, ma ora anche la pubblicità lo brama e se da un lato la strada sembra tracciata, dall’altra il percorso non sarà affatto semplice. Il display deve ancora essere testato, finanziato o approvato in un processo che  probabilmente  si   rivelerà   complicato a causa della grande mole di burocrazia, norme, regolamenti e  standard  in  materia  di pubblicità internazionale, secondo cui dovrà risultare idoneo. Per fortuna, possiamo concludere. Per una volta, restare con i piedi ben saldi a terra può avere un valore poetico: contribuire a salvare il nostro cielo stellato.