Il Tarì cabina di regia per il rilancio dell’area

 

La Regione, a margine del convegno su un nuovo patto per la zona tra Marcianise e Caserta, propone al centro orafo di fare da capofila nella riqualificazione del territorio

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La tavola rotonda. Da sinistra: Antonio Catalani, Università Bocconi/iulm; Raffaela Pignetti, presidente Asi Caserta; Mario Mustilli, consigleire del Presidente della Giunta della Regione Campania; Mauro Felicori, direttore Reggia di Caserta; Luigi Traettino, presidente Unione Industriali di Caserta

“Il Tarì si candidi a cabina di regia del rilancio dell’area che va da Marcianise a Caserta, con le sue diverse vocazioni: industriale, commerciale e di Servizi”L’investitura arriva a doppia voce, durante ilconvegno organizzato questa mattina nel centro orafo guidato da Vincenzo Giannotti, da due esponenti dell’ente regionale: il consigliere Stefano Graziano e il prof. Mario Mustilli, consigliere del Presidente della giunta della Regione Campania. Durante l’incontro, moderato animatamente da Antonio Catalani, Università Bocconi – Iulm, istituzioni, mondo dell’impresa e della cultura si sono confrontati in un dibattito mosso dalla necessità di riqualificare l’area secondo due direttrici principali: la logistica e le infrastrutture.

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Il presidente del Tarì Vincenzo Giannotti ha aperto e chiuso la giornata di dibattito accettando la sfida lanciata dagli esponenti regionali per il rilancio dell’area

Ad aprire il dibattito, i sindaci di Marcianise e Caserta, Antonello Velardi e Carlo Marino.“Quest’area è una porta dell’Europa sull’intero Sud, un baricentro per troppo tempo occasione mancata – ha detto Velardi – che può essere recuperata soltanto facendo sistema, facendo rete. Una comunità produttiva in movimento è oggi presente in questa sala per cancellare il gap creato finora: è la classe dirigente a decidere il destino del territorio, e a questo compito si è sottratta per troppo tempo. È ora di recuperare terreno”. Del medesimo avviso il sindaco di Caserta, che ha aggiunto: “È sulla percezione che bisogna lavorare, perché concretezza ce n’è già. La rete è un asse fondamentale per un modello innovativo e creativo, potenziando infrastrutture e servizi”. Presente anche il Prefetto di Caserta, Raffaele Ruberto, che ricopre questo ruolo da maggio ed è già entrato nell’ottica di sistema auspicata dall’iniziativa.“Basta con lo stereotipo della terra dei fuochi – ha detto – questa un tempo era la Terra di Lavoro: il patto avrà successo se inizierà dalla legalità, passando poi per sviluppo e cultura, che è nel Dna di questi territori”.

A seguire, gli interventi tecnici di Rocco Giordano, esperto di Politica ed economia dei trasporti e della logistica e Pasquale Persico, docente di Politica economica all’Università di Salerno. “Lo sviluppo diffuso è già avvenuto, in realtà – ha precisato Giordano – solo che questo è accaduto in modo disordinato e non programmato, perciò il territorio risponde in modo distorto. È il territorio che dà l’identità, perché l’identità non può essere imposta. In questo, il sapere deve fare la sua parte, mentre è ancora lontano dall’assumere il ruolo che gli spetterebbe. Il Tarì può certamente fare, come sta facendo, da sollecitatore a una economia trasversale fatta di industria, commercio e servizi”.

“Il concetto di Area Vasta – ha spiegato Persico – può fare da traino a un nuovo salto di scala nella gestione e nell’ideazione di nuovi piani integrati di sviluppo urbano e meta-urbano. Vanno messe in discussione le vecchie terminologie e cominciare a pensare a una ‘Caserta Larga’: l’intera provincia deve andare oltre il disordine elaborando un paradigma di riferimento. Una grande area urbana che risale in termini di qualità ambientale, che fa accordi di reciprocità con la città metropolitana di Napoli e si qualifica come città complessa e nuova”.

Si è poi aperta la tavola rotonda che ha messo insieme Raffaela Pignetti, presidente Asi CasertaMauro Felicori, direttore della Reggia di Caserta; Luigi Traettino, presidente Unione industriali di Caserta; Mario Mustilli,consigliere del Presidente della Giunta regionale della Campania. Ciascuno, per la propria area di competenza, ha ipotizzato scenari futuri fatti di reciproche sinergie. “Abbiamo già richiesto alla Regione una riconsiderazione dell’uscita del casello di Caserta Sud – ha detto Pignetti – con un progetto che ci auguriamo sia finanziato, così come abbiamo ipotizzato una vigilanza delle aree di maggiore interesse (ne abbiamo individuate quattro) per spingere sul potenziamento di infrastrutture e logistiche dell’Area di sviluppo industriale”.

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Le imprese possono fare la loro parte, in questo contesto, come ricordato dal presidente degli Industriali casertani. “La qualità industriale è già una realtà. Il problema vero è di interlocuzione – ha detto Traettino – dopo il progetto politico, bisogna passare all’esecutività dei progetti, accelerando i processi burocratici che bloccano o rallentano anche i migliori piani”. Il ruolo del comparto culturale è stato ricordato dal direttore della Reggia di Caserta, Felicori. “Neanche un posto straordinario come la Reggia cresce senza il territorio – ha detto -: la Regione deve cominciare a investire fuori dal proprio confine per rilanciare il turismo: a mio parere, il turismo non è necessario in assoluto, ma se lo si vuole fare bisogna renderlo possibile. Un esempio? Garantire collegamenti ferroviari veloci tra Napoli e Caserta: non si possono impiegare 50 minuti per spostarsi tra due poli così nevralgici”.

“Il principio chiave è la fiducia – ha detto Mustilli, nel suo duplice ruolo, accademico e istituzionale -: un progetto deve avere valori condivisi, se no è utopia. Li abbiamo veramente questi valori condivisi? Se sì, mettiamoli a frutto. Il Tarì, che ha saputo superare la congiuntura negativa degli ultimi anni, può prendere il testimone di questa scommessa, e fare da portavoce di un dibattito su progetti su cui investire”. La mattinata si è chiusa con i commenti di Stefano Graziano, consigliere regionale, Amedeo Lepore, Assessore regionale alle Attività produttive, entrambi d’accordo sulla necessità di coinvolgere tutte le istanze del territorio, fino al litorale domizio. “Il Tarì è al centro di quest’area su cui la Regione punta molto attraverso i propri progetti, a partire dai contratti di sviluppo”, ha detto Lepore.“Ecco perché il centro orafo di Marcianise può farsi cabina di regia del cambiamento, mettendo insieme Asi, Industriali, associazioni di categoria e classe politica”, ha concluso Graziano.

Il presidente del Tarì Vincenzo Giannotti, che aveva aperto i lavori, al termine dell’incontro ha voluto manifestare la volontà del centro orafo di accettare questa sfida, dando appuntamento a settembre con una tavola rotonda che consenta di gettare le basi per un progetto di rilancio concreto e dai tempi ben definiti.

 

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